Il virus SARS-CoV-2 non deriva dal ceppo RsSHC014


25-03-2020


#STOPTHEVIRUS (quello giusto)


Chiedo scusa per il post un pò lungo e tecnico che segue, ma mi hanno segnalato che sta girando in rete l’ennesimo video da cui si potrebbe evincere che il virus SARS-CoV-2 (detto anche COVID-19) è stato prodotto dall’uomo, in qualche pericoloso laboratorio cinese. Il video è una registrazione della puntata del Tg Leonardo del 16-11-2015, e il pezzo in questione parte al minuto 4:55. Il servizio fa riferimento ad un articolo pubblicato in quei giorni su una rivista molto prestigiosa:

Salta subito all’occhio che non è un lavoro prodotto in Cina. L’elenco degli autori comprende un ricercatore cinese (di Wuhan) e uno svizzero, ma gli altri sono tutti americani (università di Harvard e Chapel Hill). Il servizio giornalistico è abbastanza corretto, perché nello studio i ricercatori hanno in effetti trapiantato il gene della ‘spike protein’ di un Coronavirus non umano (ceppo RsSHC014), che circolava all’epoca nei pipistrelli, su una versione del virus SARS umano adattata al topo. Lo scopo era capire se un nuovo virus simile a quello della SARS potesse emergere con un semplice evento di ricombinazione genetica. La risposta è stata affermativa. Il virus chimerico prodotto era capace di infettare cellule umane come il virus SARS, ma non veniva neutralizzato dagli anticorpi anti-SARS.

Non voglio negare che esperimenti di questo genere possano destare perplessità, persino sconcerto. Esiste tra gli scienziati molta discussione sull’opportunità di produrre in laboratorio virus che possono potenzialmente infettare l’uomo, per capire come questi possano emergere in natura. Il vantaggio di effettuare questi esperimenti consiste nel comprendere meglio le dinamiche dell’evoluzione dei virus umani, conoscenza che può essere fondamentale per prevenire le epidemie ed essere pronti al loro manifestarsi.

Lo svantaggio è che, se qualcuno dei nuovi virus ‘scappasse’ dal laboratorio, potrebbe costituire un pericolo per l’uomo. Per tale motivazione, gli esperimenti vengono condotti utilizzando procedure di biosicurezza estremamente stringenti (BSL3), la cui descrizione occupa una parte significativa nell’articolo in questione. Tali procedure rendono la fuga del virus un evento estremamente improbabile.

Però bisogna ammettere che la probabilità non è uguale a zero. Questo fa sorgere spontanea la domanda: non è che per caso il virus COVID-19 è derivato dal virus chimerico RsSHC014, scappato da quel laboratorio?

In questi giorni mi sto occupando, mio malgrado, di epidemiologia, che non è il mio mestiere. Di mestiere faccio il biologo molecolare, e da anni mi occupo di bioinformatica, per cui sono stato in grado di analizzare direttamente questa possibilità. In particolare, ho potuto confrontare la sequenza delle ‘spike proteins’ di COVID-19, SARS e RsSHC014.

Il risultato è molto chiaro. La ‘spike protein’ di COVID-19 non è strettamente imparentata con quella di RsSHC014, che invece somiglia di più a quella del virus SARS. Ovviamente (per un biologo), tutte queste proteine si assomigliano, perché tutti i coronavirus derivano originariamente da un antenato comune, attraverso un naturale processo evolutivo.

In conclusione, la storia del virus COVID-19 non ha niente da spartire con quella del virus chimerico RsSHC014, con buona pace dei ‘complottisti’. Allego per completezza l’allineamento delle tre sequenze. Gli asterischi indicano che in quella posizione si trova sempre lo stesso aminoacido nelle tre proteine. I puntini, che ci sono aminoacidi simili. I trattini, che in una proteina c’è un pezzo in più o in meno.

Approfitto di quest’ultima notazione per dire che anche sulle differenze tra virus SARS e COVID-19 si è speculato moltissimo. In particolare i pezzi in più del COVID-19 (detti anche inserti e sottolineati in giallo) assomigliano ad alcune delle proteine di HIV. Anche questo dato ha fatto sorgere ipotesi complottiste di ogni tipo. Anche questa evenienza è stata facilmente smontata da alcuni miei colleghi bioinformatici, che hanno pubblicato un lavoro al riguardo:

Concludo ribadendo un concetto con cui stresso sempre i miei studenti a lezione: la natura può produrre ‘invenzioni’ molto più pericolose di qualsiasi laboratorio militare, come la storia del vaiolo, dell’influenza e di HIV dimostrano ampiamente.

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