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Omicron: niente panico, il vero nemico è ancora Delta, ma sappiamo combatterla.

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Cinque giorni fa era forse ancora un po' presto per dirlo, ma ormai credo sia abbastanza evidente che la variante Omicron è molto meno pericolosa delle altre, almeno nei paesi che hanno una buona copertura anticorpale (da vaccino e/o da infezione con le varianti precedenti). Le curve dei casi e dei morti nei tre paesi che finora hanno visto più infezioni da Omicron mi sembrano decisamente informative. Per quanto riguarda il Sudafrica, non ho molto da aggiungere a quanto discusso nel post precedente . A un mese di distanza dall’inizio della nuova ondata, che sembra già aver superato il picco, la mortalità si mantiene molto bassa. Pochi giorni dopo l’isolamento di Omicron, il Regno Unito e la Danimarca hanno visto una drammatica impennata della curva dei contagi, accompagnata da una forte diffusione di Omicron, che è diventata rapidamente la variante dominante. Ciononostante, a differenza di tutte le ondate precedenti, l’aumento dei casi non è stato seguito da un paragonabile aum

Omicron e l’inizio della fine

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A dispetto del titolo vagamente inquietante, questo è un post moderatamente ottimista, generato dal tentativo di rispondere a una domanda che in questi giorni si è imposta all’attenzione globale: cosa sta succedendo in Sudafrica?   A partire dal 17 novembre, dopo un periodo di relativa calma epidemica, il numero di infezioni da SARS-CoV-2 registrato in Sudafrica ha cominciato ad impennarsi con una velocità inaudita, facendo sospettare la nascita di una nuova variante del virus ancora più contagiosa delle precedenti. Infatti, il 26 novembre veniva riportato l’isolamento del ceppo B.1.1.529 (Omicron), la cui presenza è stata poi riscontrata nella maggior parte dei casi sequenziati. L’analisi della nuova sequenza virale ha mostrato un numero sconcertante di mutazioni, molte delle quali concentrate nella famosa ‘spike protein’. Nella figura in basso vi mostro un frammento dell’allineamento tra la sequenza del nuovo ceppo e quelle delle principali varianti contro cui abbiamo combattuto fino

La nuova Dunkerque

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Nel 1940, dopo la disfatta causata dalla fulminea avanzata della Wehrmacht attraverso le Ardenne, gli Inglesi riuscirono a riportare in patria quasi 400.000 soldati dal porto di Dunkerque, utilizzando ogni tipo di imbarcazione civile di cui potevano disporre. I provvedimenti che le autorità sanitarie Inglesi hanno preso negli ultimi giorni ricordano molto quell’episodio storico. La Gran Bretagna, prima tra tutti, ha dato l’approvazione di emergenza all’utilizzo del vaccino adenovirale di AstraZeneca , nonostante alcuni problemi metodologici nella realizzazione del trial che in Europa stanno rallentando l’approvazione da parte dell'EMA. In secondo luogo, di fronte alla scarsità di dosi del vaccino a mRNA di Pfizer , hanno deciso di somministrare al maggior numero possibile di persone la prima dose, correndo il rischio di non avere abbastanza dosi per somministrare una seconda iniezione dello stesso vaccino nei tempi corretti. In terzo luogo, hanno dato l’autorizzazione a somministra

VACCINI A mRNA

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Durante la primavera e l’estate si sarebbe potuto fare molto di più e molto meglio per limitare l’impatto della pandemia. I numeri che abbiamo registrato a partire dall'autunno dimostrano quanto sia stato sbagliato sottovalutare il virus. Per quanto il SARS-CoV-2 sta circolando oggi, penso che ormai esista un’unica risorsa che ci potrà permettere di uscire da questo incubo nel giro di alcuni mesi, invece di alcuni anni: I VACCINI . Va innanzitutto notato che il successo nello sviluppo di diversi vaccini efficaci contro la sindrome COVID-19 in meno di un anno rappresenta un risultato storico per la medicina.  Fino ad oggi, raramente un vaccino era stato sviluppato ed autorizzato per l’utilizzo nell’uomo in meno di 5 anni. I più rapidi, come quello contro la parotite, avevano richiesto comunque 4 anni. Questa impressionante accelerazione è stata resa possibile soprattutto da due fattori: la grande quantità di risorse investite e la maturazione delle piattaforme tecnologiche messe a

Vaccini a mRNA e Telomerasi

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Mi è stato segnalato un commento di Maria Rita Gismondo, pubblicato su ‘Il Fatto Quotidiano’ di ieri. L’intervento esprime perplessità sulla eticità di " utilizzare a scopo di ricerca tutta la popolazione mondiale ". Siccome contiene alcune affermazioni scorrette che riguardano la materia che insegno, mi vedo costretto a interrompere il mio silenzio con un ‘fact checking’ tecnico. La Prof.ssa Gismondo afferma, in maniera totalmente condivisibile, che " non esiste vaccinazione, né farmaco che non provochino effetti collaterali, bisogna essere certi che il beneficio superi il rischio ". Afferma inoltre che " esimi studiosi stanno lanciando appelli affinché si combatta il Covid-19 con un vaccino “vero” e non con una terapia genica ancora sconosciuta per i suoi effetti ". A rigore, è un’affermazione scorretta, perché i vaccini a mRNA non sono considerati una terapia genica. Il motivo è che la sequenza iniettata non è DNA (costituente dei geni), ma RNA me