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Visualizzazione dei post da aprile, 2020

I VACCINI NON CADONO DAL CIELO: Lo scatto in avanti del Jenner Institute

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Lo sviluppo di un vaccino efficace contro il virus SARS-CoV-2 è comunemente considerato l’unico evento in grado di mettere fine alla pandemia di COVID-19 in tempi relativamente brevi. La corsa al vaccino è in pieno svolgimento, con la registrazione presso le autorità sanitarie di almeno 70 diversi progetti. Finora la maggior parte degli esperti ha pensato che, se tutto andrà nel migliore dei modi, per avere un vaccino dovremo aspettare almeno 12-18 mesi. Produrre un vaccino contro un nuovo virus è un processo lungo, per niente scontato. Pensate solo ad HIV: 40 anni dopo l’esplosione dei primi casi, il vaccino non esiste ancora!    Eppure, un articolo del New York Times ha annunciato che il Jenner Institute dell’Università di Oxford sta per iniziare uno studio di fase II e III per un vaccino molto promettente. Lo studio coinvolgerà complessivamente circa 6000 volontari, ed è stato pensato non solo per valutare la sicurezza del vaccino (fase I), ma anche per valutarne l’efficacia.

I dilemmi della ricerca ‘human based’

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La Lega Antivivisezione (LAV), in occasione della giornata mondiale degli animali da laboratorio, chiede all'Organizzazione Mondiale della Sanità di “ coordinare e mettere in atto un'efficace ricerca con modelli human-based, e di evitare inutili e dolorosi test su animali per lo studio del vaccino contro il COVID-19 ”. Nel documento si dice anche: “tutti noi vogliamo trovare un vaccino sicuro ed efficace al più presto, ma chiediamo ai ricercatori di tutto il mondo di cooperare per concentrarsi su studi moderni e veramente rilevanti per l'uomo, evitando sofferenze agli animali” Ebbene, per una volta sono d’accordo con la LAV: credo proprio che se si arriverà ad avere rapidamente un vaccino, potrebbe succedere grazie alla ricerca ’human based’. Però vorrei anche sottolineare con forza che, anche se si rivelasse efficace, la ricerca ‘human based’ sarebbe un approccio non molto moderno e non molto sicuro (per chi fosse coinvolto negli studi). Essere costretti a consi

VERSO IL VACCINO: le difficoltà di combattere una proteina 'stealth'

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Il mimetismo è da sempre una componente fondamentale della tattica militare. La tecnologia ‘Stealth’, che rende invisibili ai radar aerei e altri velivoli militari, è solo l’ultimo ritrovato nel settore. Nella loro guerra per la replicazione all’interno delle cellule, i virus hanno imparato molto bene questa lezione, grazie all’evoluzione. Le loro proteine, essendo nuove per il sistema immunitario, potrebbero essere facilmente riconosciute e neutralizzate. Tuttavia, le sequenze delle proteine virali contengono segnali che ordinano alle nostre cellule di attaccare in determinate posizioni catenelle di zuccheri. Il processo si chiama glicosilazione. Gli zuccheri, uguali a quelli che ricoprono le nostre proteine, nascondono al sistema immunitario le sequenze specifiche del virus. Non desta pertanto sorpresa il fatto che la ‘spike protein’ di SARS-CoV-2 sia pesantemente glicosilata. Solo una piccola zona, coinvolta nel legame con i recettori, è abbastanza scoperta, e quindi più attaccabil

BASTA CON LA PRESUNZIONE DI INCONSAPEVOLEZZA E DI IRRESPONSABILITA’

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#BASTACONTE_ENTRIDRAGHI Come si può capire facilmente dall’hashtag, questo sarà un post politico, più che scientifico, per cui ritengo essenziali alcune precisazioni preliminari: - Sono uno scienziato, abbastanza esperto di tecnologie molecolari e di meccanismi biologici fondamentali, mediamente esperto di virologia, dilettante di epidemiologia. - Dichiaro due importanti conflitti di interesse: 1. Sono un runner, che continua ostinatamente a girare attorno all’isolato, descrivendo circonferenze del raggio di circa 200 metri. 2. Sono padre di due figli, del futuro dei quali sono molto preoccupato. - Il mio personaggio politico di riferimento è Carlo Azeglio Ciampi QUESTO POST E’ UN GRIDO DI DOLORE! Lo affido alla rete, piuttosto che cercare di pubblicarlo su qualche giornale, non perché non mi fidi dei giornali, ma perché ho molta fiducia nel popolo della rete, all’interno della quale ritengo sia molto ben rappresentata la maggioranza silenziosa degli Italiani. A qu

LE ORIGINI DI COVID-19: le proteine possono avere sequenze in comune anche senza manipolazioni.

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Scrivo questo post rispondendo pubblicamente a una domanda su quello che ho pubblicato ieri su Facebook. La domanda era se potessi entrare nello specifico riguardo alle 'impressionanti' somiglianze che esistono tra la ‘spike protein’ del virus responsabile di COVID-19 e il virus HIV, a cui si riferiscono Luc Montagnier e l' articolo di ricercatori indiani da lui citato . La critica era garbata e giustissima: come si fa a non restare spiazzati, se non si ha la competenza tecnica per leggere gli articoli che ho citato? Oltretutto (aggiunta mia), io sono uno scienziato di media caratura, che si intende di bioinformatica senza essere un bioinformatico famoso. Dall'altra parte c'è un premio Nobel, sostenuto da un rispettabile biomatematico. A chi credere? Le domande sono più che legittime, ma la risposta non può essere di un rigo, per cui vi prego ancora una volta di avere pazienza, sarà una spiegazione un po' lunga. Nel post di ieri e in quello del

Purtroppo pure i Nobel possono dare di testa, anche se non sono complottisti

17/04/2020 In risposta al post di Dagospia , riguardante le ultime dichiarazioni di Luc Montagnier sulle origini non naturali di COVID-19, posso solo dire che anche i Nobel possono parlare e comportarsi in maniera antiscientifica. La base della scienza non è il principio di autorità, ma l'evidenza. La democraticità della scienza consiste nel fatto che una cavolata può restare tale non solo se ad esserne convinta è la maggior parte della popolazione, ma anche se ad esserne convinto è un premio Nobel. Invece di sfogarsi in un podcast, Luc Mantagnier potrebbe cercare di mandare un articolo con le evidenze di quello che dice, per farselo pubblicare dopo una sana "peer review". L'articolo indiano a cui si riferisce, oltre ad essere stato ritirato dagli autori è gia stato confutato dal gruppo di Feng Gao (Duke University) . Purtroppo Montagnier è solo uno dei tanti esempi di "sindrome del Nobel", molto ben descritta in Wikipedia   e in un eccellente

L'idrossiclorochina nel trattamento di COVID-19

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La triste realtà della situazione attuale è che non esistono terapie di provata efficacia nel trattamento di COVID-19.  Questa affermazione può apparire in contrasto con il fatto che ospedali e medici di famiglia prescrivono diversi farmaci ai pazienti con patologia COVID-19, accertata o sospetta. In particolare, tra i farmaci attualmente utilizzati, si sta discutendo moltissimo l'utilizzo dell'idrossiclorochina, venduta anche con il nome commerciale di Plaquenil. E' nata come antimalarico, è utilizzata per trattare l'artrite reumatoide e oggi viene proposta a molti pazienti COVID-19, facendo firmare un foglio di consenso informato. Donald Trump la darebbe a tutti, le autorità regolatorie dicono di usarla con cautela. Quello che sentiamo dai media solleva molte domande: è o non è un farmaco miracoloso? è giusto usarla? tutti i malati dovrebbero prenderla? la si potrebbe usare per la profilassi, oltre che per la terapia? Cerchiamo di fare un po' di chiarezza. I

L'Italia oggetto di studio

A sei settimane dall'inizio dell'epidemia in Italia il confronto è impietoso: Lombardia 9484 morti, ossia 94 morti per COVID19 ogni centomila abitanti; Veneto 695 morti, ossia 14 morti /centomila. Sulla base di questi numeri è ovvio dire che la strategia del Veneto era vincente e quella della Lombardia era perdente. La sfortuna non c'entra. La realtà è che il Veneto si è mosso d'anticipo per fare terra bruciata attorno al virus, la Lombardia lo ha inseguito con ritardo. La prossima sfida da affrontare sarà la fatalità economica. Spero che chi ha la responsabilità di prendere decisioni per la 'fase 2' sappia imparare la lezione di quanti sono finora riusciti a tamponare l'emergenza sanitaria senza distruggere l'attività economica. Si metta da parte l'orgoglio, e si abbia l'onestà di riconoscere cosa funziona e cosa non funziona, agendo di conseguenza, in fretta! Vi segnalo un interessante articolo di Business Insider Italia . Riprende una

Sconfiggere il virus col gioco all'italiana

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Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. In questi giorni concitati non riesco a togliermi di testa questa frase, originariamente attribuita ad Sant'Agostino.  Di mestiere non faccio l’epidemiologo, né il virologo: sono un biologo molecolare. Ho però iniziato a seguire i numeri dell’epidemia di COVID-19 con crescente apprensione fin dalla sua prima esplosione, che aveva fatto immediatamente sospettare un fenomeno grave, almeno quanto la SARS e la MERS. A guardarlo bene, questo nuovo coronavirus aveva caratteristiche decisamente più inquietanti fin dall’inizio. Con la sua letalità più bassa di SARS e MERS e la sua maggiore capacità di diffondersi, in forma anche asintomatica, il COVID-19 minacciava di essere il virus pandemico che tutti temevano da anni.  Eppure, inizialmente mi sentivo molto ottimista. Il mondo aveva già fermato due virus simili e sembrava aver attuato un buon contenimento. Il problema risultava sostanzialmente confinato alla Cina, in particolare a