Omicron: niente panico, il vero nemico è ancora Delta, ma sappiamo combatterla.

Cinque giorni fa era forse ancora un po' presto per dirlo, ma ormai credo sia abbastanza evidente che la variante Omicron è molto meno pericolosa delle altre, almeno nei paesi che hanno una buona copertura anticorpale (da vaccino e/o da infezione con le varianti precedenti). Le curve dei casi e dei morti nei tre paesi che finora hanno visto più infezioni da Omicron mi sembrano decisamente informative.


Per quanto riguarda il Sudafrica, non ho molto da aggiungere a quanto discusso nel post precedente. A un mese di distanza dall’inizio della nuova ondata, che sembra già aver superato il picco, la mortalità si mantiene molto bassa.

Pochi giorni dopo l’isolamento di Omicron, il Regno Unito e la Danimarca hanno visto una drammatica impennata della curva dei contagi, accompagnata da una forte diffusione di Omicron, che è diventata rapidamente la variante dominante. Ciononostante, a differenza di tutte le ondate precedenti, l’aumento dei casi non è stato seguito da un paragonabile aumento dei decessi, ma piuttosto da una loro lieve diminuzione. Troppo presto per dirlo? Secondo me no, sono già passate almeno tre settimane.

Questi dati mi sembrano totalmente convergenti: Omicron è una variante estremamente contagiosa, capace di infettare guariti e vaccinati, ma relativamente poco pericolosa. 

Allora, possiamo rilassarci e abbassare la guardia? Direi proprio di NO!

Nei paesi dove non sta circolando molta Omicron, continua a circolare Delta, che è ancora capace di fare grossi danni. A questo riguardo mi sembra molto informativo il confronto tra Italia e Regno Unito.


Anche in Italia stiamo assistendo a una notevole recrudescenza di casi, che negli ultimi giorni sono tornati ai livelli di marzo. La buona notizia è l’evidente effetto delle vaccinazioni, perché rispetto a marzo la mortalità è almeno quattro volte inferiore. La cattiva notizia è che, a differenza del Regno Unito, da noi la mortalità aumenta proporzionalmente al numero di nuovi casi.

La morale che traggo da questi dati è che non bisogna farsi distrarre da Omicron e invece bisogna continuare a combattere con decisione contro Delta.

Non ha molto senso chiudere i confini: il vero nemico l’abbiamo già in casa! Finora non abbiamo fermato nessuna variante, Omicron non farà eccezione.

Altrettanto fuorviante può essere fare troppo affidamento sui tamponi: con l’aumentare di Omicron, la grande maggioranza dei casi diagnosticati saranno di lieve entità. Se saremo troppo rigorosi con le restrizioni, rischieremo solo di soffocare di nuovo (inutilmente) scolarità ed economia. In altre parole, credo che sarebbe un clamoroso e ingiustificato autogoal chiudere di nuovo tutto per ridurre il numero di casi di Omicron. Lo dico ancora in un altro modo: con tutta probabilità Omicron farà saltare un tracciamento già precario, per cui sarà molto più prudente decidere sulle ulteriori restrizioni basandosi sul numero di casi che richiedono l’ospedalizzazione. Ormai i tamponi hanno senso principalmente per la diagnosi differenziale dei sintomatici e per monitorare la situazione epidemica.

Per minimizzare i problemi credo ci siano solo due cose da fare:

1. VACCINARE, VACCINARE, E POI FARE ANCHE I BOOSTER!! Questa strategia è sicuramente efficace contro Delta, e probabilmente attenua anche gli effetti di Omicron, pur senza impedirne la diffusione.

2. Mantenere rigorosamente tutte le precauzioni possibili per ridurre le possibilità di contagio negli spazi pubblici chiusi: green pass, mascherine, bassa densità e buona aerazione.

In altre parole, niente di diverso da quello che stiamo già facendo, possibilmente con ancora maggiore convinzione!

Se saremo fortunati, tra qualche settimana il vantaggio competitivo che Omicron sta dimostrando rispetto a Delta potrà rivelarsi non un problema, ma un autentico bonus: un inquietante temporale, che rischia di aiutare a spegnere l’incendio.

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