La nuova Dunkerque

Nel 1940, dopo la disfatta causata dalla fulminea avanzata della Wehrmacht attraverso le Ardenne, gli Inglesi riuscirono a riportare in patria quasi 400.000 soldati dal porto di Dunkerque, utilizzando ogni tipo di imbarcazione civile di cui potevano disporre.

I provvedimenti che le autorità sanitarie Inglesi hanno preso negli ultimi giorni ricordano molto quell’episodio storico. La Gran Bretagna, prima tra tutti, ha dato l’approvazione di emergenza all’utilizzo del vaccino adenovirale di AstraZeneca, nonostante alcuni problemi metodologici nella realizzazione del trial che in Europa stanno rallentando l’approvazione da parte dell'EMA. In secondo luogo, di fronte alla scarsità di dosi del vaccino a mRNA di Pfizer, hanno deciso di somministrare al maggior numero possibile di persone la prima dose, correndo il rischio di non avere abbastanza dosi per somministrare una seconda iniezione dello stesso vaccino nei tempi corretti. In terzo luogo, hanno dato l’autorizzazione a somministrare come seconda dose un vaccino diverso da quello della prima. La conseguenza prevedibile è che un numero molto elevato di persone riceverà una prima dose Pfizer e una seconda AstraZeneca.

Non è una mossa canonica e a molti potrebbe sembrare totalmente sconsiderata, perché questo schema non è stato sperimentato e, quindi, chi lo riceverà farà inevitabilmente da apripista. Le ditte, giustamente, dichiarano che i due vaccini non sono equivalenti e garantiscono le percentuali di successo ed effetti collaterali solo se entrambe le iniezioni verranno effettuate con lo stesso vaccino. Molti addetti ai lavori, con buone ragioni, stanno arricciando il naso. John Moore, un esperto di vaccini della Cornell University, ha dichiarato al New York Times: le autorità in Gran Bretagna “sembrano aver abbandonato completamente la scienza, e stanno solo cercando in tutti i modi di uscire da un casino”.

Il casino è innegabile, visto che gli Inglesi stanno fronteggiando una terribile terza ondata, principalmente dovuta alla nuova variante. Il drammatico rischio che corrono è di viaggiare per diverse settimane con più di 50.000 casi e un migliaio di morti al giorno. La situazione degli  ospedali, già attualmente strabordanti, non promette nulla di buono. In tali condizioni, penso sia comprensibile il ricorso a ogni risorsa a disposizione.

Da un punto di vista puramente biologico, non si vedono grosse ragioni per le quali la somministrazione mista non debba funzionare. I due vaccini determinano l’espressione della stessa proteina, che si è dimostrata un antigene molto attivo per indurre la produzione di una risposta immunitaria protettiva. In termini di efficacia, apparirebbe più problematico un aumento della distanza temporale tra la prima e la seconda dose. In termini di sicurezza, entrambi i vaccini non hanno dato grossi problemi, per cui è improbabile che emergano grossi effetti imprevisti, se prima si somministra uno e poi l’altro.

Anticipare di un paio di settimane la somministrazione della prima dose, in questo drammatico momento dell’epidemia, potrebbe salvare centinaia di vite.

Nella conduzione della guerra contro il SARS-CoV-2 il Regno Unito  (come la maggior parte degli altri paesi) ha fatto molti errori di sottovalutazione, che ricordano quelli della Campagna di Francia. La mossa che sta tentando ricorda molto il coraggio disperato di Dunkerque.

Pur avendo espresso in passato tutto il mio disappunto per gli errori commessi e pur condividendo i dubbi sulla perfetta scientificità della metodologia, come uomo non posso fare che riconoscere il coraggio degli Inglesi e tifare per la buona riuscita dell’operazione. Tra l’altro, i suoi risultati potrebbero tornare utili a tutti quelli che nelle prossime settimane avranno problemi a reperire i vaccini di Pfizer e Moderna.


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