TRASMISSIONE AEREA: ANCORA UN GROSSO ERRORE DALL'OMS
Le politiche di contenimento delle infezioni da SARS-CoV2 da parte delle maggiori organizzazioni governative, prima di tutte l'OMS, si basano sull'assunzione che le principali vie di propagazione del virus siano le goccioline (droplets) emesse con colpi di tosse e starnuti e le superfici da queste contaminate. Per questo, la distanza di un metro viene considerata sicura e le pratiche preventive danno grande importanza all'igiene delle mani. Sicuramente queste vie di trasmissione sono importanti e le relative precauzioni sono sensate. Tuttavia è oramai chiaro, oltre ogni ragionevole dubbio, che la trasmissione aerea è l'unica possibilità per spiegare un gran numero di contagi, soprattutto quelli che si sono verificati in grossi cluster. Una lettera aperta di 239 scienziati di fama mondiale lo afferma con decisione. Le idee dell'OMS sono basate su modelli di trasmissione delle malattie respiratorie antiquati, che non tengono nella dovuta considerazione la possibilità di trasmissione aerea. Invece diversi studi dimostrano che la scarsa circolazione d'aria o il ricircolo d'aria in ambienti chiusi sono l'unica spiegazione sensata per spiegare diversi focolai infettivi, in cui si sono contagiate simultaneamente molte persone che si trovavano a distanza molto maggiore di un metro dalla fonte del virus.
Source: https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2020.04.16.20067728v1.full.pdf
La trasmissione aerea è mediata da microdroplets, cioè goccioline con un diametro inferiore ai 5 micrometri. A differenza delle droplets, le microdroplets rimangono a lungo sospese nell'aria, e possono essere trasportate dalle correnti a distanze molto superiori al metro.
Trovo molto chiaro al riguardo questo servizio della CBS:
Le microdroplets non vengono generate solo da interventi medici che producono aerosol, dalla tosse e dagli starnuti, ma sono prodotte normalmente anche quando si respira e soprattutto si parla, specie ad alta voce (per non dire di quando si canta...). Si accumulano nell'aria in ambienti poco ventilati e al loro interno il virus può restare attivo per ore. Pertanto, all'interno degli ambienti chiusi, le distanze e l'igiene delle mani possono essere totalmente insufficienti, soprattutto in presenza di uno scarso ricambio o di un importante ricircolo dell'aria. Negli ambienti chiusi bisognerebbe usare il più possibile le mascherine, e garantire almeno un'adeguata ventilazione senza ricircolo, visto che l'installazione di filtri adeguati potrebbe essere troppo complessa e dispendiosa.
Di fronte a queste evidenze, l'atteggiamento dell'OMS appare ancora una volta scandaloso. Per ora si è preferito ignorare la trasmissione aerea, dicendo che le prove della sua esistenza, al di fuori di alcune procedure sanitarie, non sono definitive. Se è per questo, non sono definitive neanche le prove che la via di trasmissione principale siano i droplets e le superfici. Soprattutto per queste ultime, le evidenze sono ridicole rispetto a quelle della trasmissione aerea. La posizione dell'OMS dovrebbe essere ispirata alla massima prudenza, ma appare di una superficialità sconcertante. Vi ricordate quando dicevano che bisognava testare solo i soggetti sintomatici e poi hanno cominciato a urlare : 'test, test, test'? Vogliamo veramente aspettare che si mettano a gridare 'air, air, air' e 'masks, masks, masks', prima di adottare quello che oggi appare il minimo della ragionevole prevenzione?
Source: https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2020.04.16.20067728v1.full.pdf
La trasmissione aerea è mediata da microdroplets, cioè goccioline con un diametro inferiore ai 5 micrometri. A differenza delle droplets, le microdroplets rimangono a lungo sospese nell'aria, e possono essere trasportate dalle correnti a distanze molto superiori al metro.
Trovo molto chiaro al riguardo questo servizio della CBS:
Le microdroplets non vengono generate solo da interventi medici che producono aerosol, dalla tosse e dagli starnuti, ma sono prodotte normalmente anche quando si respira e soprattutto si parla, specie ad alta voce (per non dire di quando si canta...). Si accumulano nell'aria in ambienti poco ventilati e al loro interno il virus può restare attivo per ore. Pertanto, all'interno degli ambienti chiusi, le distanze e l'igiene delle mani possono essere totalmente insufficienti, soprattutto in presenza di uno scarso ricambio o di un importante ricircolo dell'aria. Negli ambienti chiusi bisognerebbe usare il più possibile le mascherine, e garantire almeno un'adeguata ventilazione senza ricircolo, visto che l'installazione di filtri adeguati potrebbe essere troppo complessa e dispendiosa.
Di fronte a queste evidenze, l'atteggiamento dell'OMS appare ancora una volta scandaloso. Per ora si è preferito ignorare la trasmissione aerea, dicendo che le prove della sua esistenza, al di fuori di alcune procedure sanitarie, non sono definitive. Se è per questo, non sono definitive neanche le prove che la via di trasmissione principale siano i droplets e le superfici. Soprattutto per queste ultime, le evidenze sono ridicole rispetto a quelle della trasmissione aerea. La posizione dell'OMS dovrebbe essere ispirata alla massima prudenza, ma appare di una superficialità sconcertante. Vi ricordate quando dicevano che bisognava testare solo i soggetti sintomatici e poi hanno cominciato a urlare : 'test, test, test'? Vogliamo veramente aspettare che si mettano a gridare 'air, air, air' e 'masks, masks, masks', prima di adottare quello che oggi appare il minimo della ragionevole prevenzione?
Commenti
Posta un commento