L’importanza di dire SI o NO.

E’ con grande rammarico che mi vedo costretto a scrivere un nuovo post, per esprimere il mio disappunto su quello che considero uno scivolone comunicativo da parte di Andrea Crisanti.

Nel suo intervento al festival di Focus, ha espresso un concetto totalmente ovvio, ossia che per arrivare a iniettare un vaccino è indispensabile avere a disposizione dati che ne supportino sicurezza ed efficacia. Alla domanda secca riguardo alla sua disponibilità a farsi iniettare il vaccino, avrebbe potuto rispondere: ‘Naturalmente SI, dopo aver valutato i dati di sicurezza ed efficacia che accompagnano la sua approvazione’.

Invece ha risposto ‘Senza dati NO’.

Dal punto di vista logico il concetto è esattamente lo stesso. Dal punto di vista comunicativo la differenza è abissale. Rispondendo ‘senza dati NO’, l’ascoltatore è immediatamente colto dal sospetto sulle procedure accelerate che molto probabilmente porteranno all’approvazione di emergenza dei primi vaccini anti-SARS-CoV-2 a tempo di record. Viene anche colto dal sospetto che le autorità regolatorie saranno disposte a chiudere un occhio sui dati presentati dalle multinazionali che stanno sviluppando i vaccini, pur di poterne approvare uno al più presto. In altre parole, quel NO può essere facilmente interpretato come una manifestazione di sfiducia nei confronti del processo autorizzativo e delle autorità regolatorie.

Uno scienziato che ha raggiunto la notorietà di Crisanti non può non immaginare che, dopo il suo intervento, nei titoli dei giornali e dei post rimarrà soltanto il suo NO. Non può non immaginare che il suo NO sarà un’arma impropria nella mani di chi ai vaccini è contrario pregiudizialmente.

Trovo pertanto del tutto comprensibile e condivisibile la risposta preoccupata di Nicola Magrini, Direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA).

Se la domanda la avessero fatta a me, la mia risposta sarebbe stata: “SI! Perché ho piena fiducia che un vaccino approvato per l’uso di emergenza da AIFA, EMA o FDA sia stato valutato molto attentamente, rispetto al rapporto tra potenziali rischi e potenziali benefici, alla luce dei dati di sicurezza ed efficacia prodotti dalle aziende. Perchè sono disposto a correre i pochi rischi che rimangono. Perchè è molto più rischioso continuare a combattere il virus senza un vaccino".


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